Dalla danza al teatrodanza. La magia del movimento in scena

Dalla danza al teatrodanza. La magia del movimento in scena

Danza classica, accademica, moderna, contemporanea, balletto e infine teatrodanza. Cosa contraddistingue le une dalle altre? Solo una successione storica? In realtà molto di più.

Nella preistoria la danza era parte di un rito, mentre nell’epoca rinascimentale compare nelle grandi corti come forma di intrattenimento: un misto di danza, musica e recitazione con sfoggio di stravaganti costumi che limitavano i movimenti. I balletti di corte erano interpretati dagli aristocratici e saper danzare era una qualità necessaria per far parte dell’elitè. Nasce qui la figura del maestro di danza professionale, nel 1545 nasce la prima scuola di danza per nobili e nel 1581 in Francia viene allestito il primo balletto della storia.

Port de bras, pirouette, plié…

A dare i natali alla danza classica o accademica è invece re Luigi XIV di Francia. Non perché fosse un ballerino provetto, ma perché fondò l’Accademie Royale de Danse a Parigi nel 1661, e i suoi maestri diedero il “la” alla codifica dei passi di danza. Per questo sono in lingua francese!

Pierre Louis de Beauchamps è il maestro e coreografo che ha codificato le cinque posizioni classiche. I metodi d’insegnamento e gli stili sono tanti: il metodo russo di Agrippina Vaganova, quello danese e quello italiano (metodo Cecchetti), lo stile francese che si rifà a quello italiano e quello americano che si rifà alla scuola russa.

Fra tutù e scarpette da punta

Durante il secolo dei Lumi, il 1700, si pubblicano trattati sulla danza e viene fondata l’Accademia Imperiale Russa. Si abbandonano pesanti costumi e scarpe con il tacco ad opera delle più grandi ballerine dell’epoca, mentre nel 1800, in pieno Romanticismo, si reagisce alla rigidità e alla tecnica del secolo precedente, si cerca di recuperare le emozioni e di dar loro più importanza e il balletto assume l’atmosfera romantica con l’introduzione del tutù e delle scarpette da punta.

Step, moon walk, touch…

Il XXI secolo è il secolo della danza moderna. Nata negli Stati Uniti durante la profonda crisi che investe la danza classica in Europa, rappresenta una vera e propria corrente di ricerca di nuove forme espressive.

Fondamentali diventano il ritrovamento del contatto con il proprio corpo e della ricerca dell’armonia del corpo nello spazio. Nel balletto classico i ballerini non danzano mai a terra come nella danza moderna. Gli abiti sono sempre più informali, i capelli sciolti, i piedi nudi. Isadora Duncan enuncia alcuni principi fondamentali della danza moderna, pur non inventando un vero e proprio metodo: l’osservazione della natura, l’importanza del ritmo, la liberazione del corpo, il ruolo della respirazione e la necessità di ascoltare il proprio impulso interiore.

Contraction and release

È però Marta Graham la geniale iniziatrice di un nuovo periodo della storia della danza e il termine danza moderna fu coniato proprio da lei nel 1926. I punti chiave del suo “credo” sono: la respirazione, il rapporto costante con la terra, il coinvolgimento e l’espressività di ogni parte del corpo.

Si arriva così alla danza contemporanea, un’avanguardia culturale che sperimenta a tutto tondo ed è fatta da ballerini che non rientrano nei canoni della danza classica.

L’affascinante mondo del teatrodanza

Una particolare branchia della danza contemporanea, di recente invenzione e interessante ancor più per noi, è il cosiddetto teatrodanza. Nato con Alvin Nicolais, restituisce alla danza la sua componente magica e introduce l’uso della maschera per coprire il volto, i costumi a sacco per celare il corpo e un sapiente gioco di luci per rianimare le forme, mentre Pina Bausch include anche il gesto e la parola. Il movimento si fa teatro, il teatro vive nel movimento, in un connubio dai risvolti sorprendenti.

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