Oggi vi proponiamo un viaggio nel cuore della drammaturgia francese del Seicento, dove incontreremo due colossi del teatro classico: Pierre Corneille e Jean Racine. Se avete timore che la tragedia teatrale francese sia un genere troppo alto e complicato, non preoccupatevi! Questa guida per principianti vi aiuterà a gettare le basi per comprendere e apprezzare questi autori emblematici.
Pierre Corneille: verso una tragedia della scelta
Iniziamo con Pierre Corneille, una figura centrale nel teatro francese. Corneille fu un pioniere del teatro classico, con una carriera cominciata con commedie ma che raggiunse l’apice con le sue tragedie. La sua opera più celebre è Il Cid – no, non è il modulo che si compila quando si fanno incidenti in macchina, ma è il nome a cui si riferisce al personaggio storico Rodrigo Diaz de Vivar vissuto nel XI secolo.
Come tutte le opere delle tragedie di Corneille, la trama de Il Cid ruota intorno ad un eroe dalla ferrea volontà, che spesso si trova costretto a scegliere tra due opzioni impossibili: una che sfavorirebbe se stesso, e una che andrebbe contro il prossimo. Al contrario della tragedia greca, in cui l’eroe è vittima del fato, la novità della tragedia di Racine è appunto il fatto che l’elemento più drammatico dell’opera consista nel libero arbitrio del protagonista.
La difficolta della scelta attorno a cui vortica il dramma rende il protagonista un eroe tragico – non il suo fato, non gli Dei, non sentimenti che lo rapiscono in modo violento.
Infatti, esiste l’idioma: “dilemma corneliano”, nato proprio dalle tragedie di Corneille. Di solito, si definisce così una situazione dove qualcuno è costretto a scegliere tra due azioni entrambe inaccettabili, perché in qualsiasi modo vi sarà una ripercussione sull’agente della scelta o gli altri.
Nonostante la “novità” del libero arbitrio, Racine conserva i principi classici della tragedia greca insegnati da Aristotele: unità di tempo, di luogo e di azione.
Le opere importanti di Corneille sono i quattro drammi ispirati ai quattro eroi che incarnano quattro virtù ideali: onore (Il Cid), patriottismo (Orazio), generosità (Cinna); santità (Poliuto).
Jean Racine: la religione e il teatro
Dall’altro lato, Jean Racine, nato nel 1639, rappresenta la perfezione dell’estetica classica ed è il secondo grande esponente del teatro tragico francese del Seicento insieme a Corneille. Tuttavia, se Corneille sviluppa una poetica legata alla figura dell’eroe, le tragedie di Racine si concentrano su figure antieroiche.
Gli antieroi sono personaggi con cui noi spettatori entriamo in empatia, nonostante questi commettano atti illeciti, immorali, contrari alla legge o alla natura.I personaggi di Racine sono dunque prede dei loro violenti istinti, spesso anche contrari alla morale e alla natura, ad esempio come l’odio tra fratelli e l’incesto. Sono istinti talmente forti che non lasciano alcuna scelta ai personaggi. Questi, totalmente lasciati in balia delle proprie passioni, non possono fare altro che assecondarli, arrivando dunque a compiere il loro tragico destino, suggerendo una versione più pessimistica dell’animo umano.
Uno dei suoi capolavori, Fedra, è un esempio paradigmatico, nel quale le vicende dell’incestuosa eroina mitologica vengono rilette in chiave giansenita.
Piccola parentesi sul giansenismo – una corrente teologica molto popolare ai tempi di Racine, e alla quale l’autore credeva molto. L’opera è fondamentale per conoscere e apprezzare l’opera di Racine. Suddetta corrente predicava l’inevitabile predisposizione di alcuni individui a peccare e disobbedire alla volontà divina, rispetto ad altri, in assenza della grazia di Dio.
Sebbene i conflitti di Racine siano più lineare e meno complicati di quelli di Corneille, il suo linguaggio è elevato e ricercato, nel tentativo di trasformare la natura abietta dei personaggi in poesia.
Corneille vs Racine: le due visioni a confronto
Pur avendo contribuito entrambi allo stesso modo nello sviluppo del genere tragico nel Seicento, rivoluzionandolo con temi moderni e adattando trame antiche a un gusto moderno, i due vengono spesso messi in comparazione per la loro visione opposta del mondo.
Corneille e Racine differiscono nel loro trattamento dei personaggi e delle trame.
Corneille si focalizza su conflitti più razionali, esaltando il libero arbitrio dell’eroe.
Al contrario, Racine approfondisce debolezza e passione destinate a sfociare in tragedia, restituendo una visione del mondo deterministica.
Bisogna tenere a mente che, contemporaneamente, Molière stava rivoluzionando il modo di fare teatro, occupandosi però del genere della commedia. Questo rende in definitiva il Seicento il secolo dei francesi, dal punto di vista della letteratura teatrale, proprio sul tramontare del Siglo de Oro spagnolo.
La potenza di questi autori sta nel fatto che, sebbene oggi in Italia non vengano tanto rappresentati, ancora ci affascinino coi loro conflitti senza tempo, come quello dell’eterno dilemma che ci conduce a compiere le nostre azioni: siamo o non siamo davvero liberi di scegliere?
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