NON ESISTONO PICCOLE PARTI, MA SOLO PICCOLI ATTORI

NON ESISTONO PICCOLE PARTI, MA SOLO PICCOLI ATTORI

Questo sosteneva K. Stanislavskij

Ma cosa intendeva dire?

Come di solito avviene, ogni storia ha i suoi protagonisti e tanti altri personaggi secondari che aiutano nel portare avanti la storia.

Spesso questi ruoli minori vengono considerati meno importanti di quelli principali. Mai si potrebbe fare errore più grande!

E’ naturale che ognuno vorrebbe essere protagonista, almeno una volta nella vita. Essere protagonista è fico! Si è al centro dell’attenzione e si ha una grande responsabilità: reggere tutto lo spettacolo.

 

 

Ma nessun protagonista potrebbe mai reggere un’intero spettacolo sulle sue spalle se, attorno a lui, non funzionasse tutto alla perfezione.

E per quanto strano possa sembrare, per tanti aspetti i ruoli minori sono più complessi di quelli principali.

Già in partenza si hanno meno dettagli sui propri personaggi, a volte quasi nessuno, e bisogna lavorare molto di fantasia e immaginazione.

Inoltre, le parti da protagonista sono già scritte al meglio per conquistare il pubblico, in negativo o in positivo, per suscitare precise emozioni in chi guarda e ascolta, per far nascere empatia. Per un ruolo secondario invece, sta quasi tutto all’attore il saper creare qualcosa di così preciso, credibile e dettagliato da potere conquistare la simpatia del pubblico anche in pochissime battute. E sempre senza mai “togliere la scena” ai ruoli principali! Serve quindi una certa abilità.

 

 

Il fatto poi che si abbiano spesso pochi momenti sulla scena, fa sì che bisogna che quei momenti siano perfetti per rimanere impressi al meglio nella mente del pubblico.

Se parliamo poi di parti corali, si complica ancora di più il tutto. Lì non si ha praticamente alcun margine di errore e bisogna entrare in perfetta sintonia con il resto del coro, come se fosse un corpo solo, pur mantenendo ciascuno la propria individualità. Avere una grande capacità di ascolto e di gestione dello spazio. Per nulla semplice!

Insomma, spesso la vera differenza tra un buono spettacolo e uno spettacolo eccezionale la fanno proprio i ruoli secondari.

 

 

E poi, ammettiamolo, ricevere l’apprezzamento del pubblico da attore protagonista è bello, naturalmente.

Ma ricevere i complimenti per una parte secondaria… oh, quella sì che è una gran figata!

Vuol dire che si è lasciato il segno con poche battute. Meglio di così!

E allora lancio una sfida ai corsisti del nostro corso di teatro: riuscirete a colpire nel segno anche calcando la scena per soli 5 min?

E per chi verrà a vedere i nostri spettacoli di fine anno… sono sicura che guarderete diversamente, con più attenzione, ogni singolo ruolo che farà parte delle storie che racconteremo 😉

Via alle danze!

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